venerdì 14 ottobre 2011

un giorno senza messicani. un giorno senza donne?

http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=60923

Prendo spunto dal film di Sergio Arau sulle conseguenze sulla sfera privata e socioeconomica dell'improvvisa assenza dei messicani dalla California, un giorno qualunque.
A me è stato detto, quando dopo aver avuto mio figlio sono rientrata al lavoro chiedendo il part time, che ero stata via due anni e mezzo e che non potevo chiedere cosi tanto, che le  altre mamme si sarebbero arrabbiate se lo avessi ottenuto.  intanto c'è da chiedersi chi siano queste fantomatiche altre mamme che si sentono usurpate, dato che conosco la maggior parte delle altre donne e so che poche hanno chiesto il part time, e poi che scusa è? " non vogliamo fare disuguaglianze" cosaaaaaaa??? allora, innanzitutto vogliamo parlare di parenti e amici impiegati nell'azienda molti dei quali hanno orari personalizzati? ma perchè non la smettiamo di essere ipocriti . avrei preferito sentirmi dire "viviana guarda hai il cognome sbagliato, non possiamo darti il part time. " ok, perchè a quel punto il dialogo sarebbe stato basato sulla sincerità. invece ti vengono a dire che è colpa tua, che sei stata via troppo e che poi gli altri si incazzano. disuguaglianze... ma perchè siamo tutti uguali??? allora su questa base il part time non lo dai nemmeno a chi è malato, perchè siamo tutti uguali. è ovvio che non è cosi: c'è chi preferisce il full time e anche gli straordinari, c'è chi non può e ha bisogno di flessibilità. chi ha detto che il successo di un'azienda dipende dall'orario fisso dei dipendenti? è una mentalità medievale. una mentalità che alla lunga non paga, perchè il dipendente appena può agisce di conseguenza. invece il dipendente al quale si concede qualcosa, sarà sempre grato e cercherà sempre di dare il massimo per l'azienda. Ma qui evidentemente si lavora sulla mediocrità, non certo sulla qualità del rapporto col dipendente nè  sulla resa professionale.
quindi immagino un giorno senza donne, in cui forse si capirebbe l'importanza del contributo femminile nella società: noi mamme, noi mogli e fidanzate, noi lavoratrici. si sa che i direttori del personale scelgono più volentieri le donne perchè queste lavorano con più dedizione e meno pretese. Poi però quando chiedono qualcosa in cambio vengono estromesse, relegate in posizioni subalterne e senza possibilità di una flessibilità. insomma si torna indietro dopo essere diventate mamme, si deve di nuovo costruire una credibilità, ma questo è profondamente ingiusto perchè dopo anni che una donna lavora per un'azienda non dovrebbe dover sempre ricominciare. allora auspico ai direttori aziendali un giorno senza donne. a partire dalla loro segretaria, che spesso è anche la loro balia....

martedì 11 ottobre 2011

A Lorenzo

La vita ti ha sfiorato piano piano, lenta,  coi sorrisi di tua madre...il tempo di toccare la terra coi piedini, il passo tu hai dovuto dimenticare. il passo è diventato un volo, col  profumo della mamma impresso nel tuo sonno, tu angelo sei nato già con l' ali.. il tempo non hai avuto per aprire le tue porte, che già Dio ti ha aperto il Suo portone.. e la misericordia tu la insegni, che a te non deve essere concessa.. perchè del Paradiso sei già degno,  perchè la Luce in te  è già riflessa.

domenica 9 ottobre 2011

tra cielo e terra, tu.


Tra Cielo e Terra, tu.

Tornare come Pagana nel Limbo dove tacciono le voci, 
nel caldo della sera, della notte, del silenzio. 
Piccola mia foglia, anima mia, 
io mi perdo come albero nel verde della tua unica stagione, ferma, lì, come una fotografia. 
Fermo il tuo respiro, fermo il tuo cuore, ferma la tua ecografia, in un momento di bocciolo per sempre appeso, come il mio cuore pensando a te.
Appesa, come la lacrima d'inverno, d'estate, in primavera e autunno, una lacrima che non ha stagioni, e le ha tutte, come te, in fondo. 
Meriti di più. Meriti di più che essere liquidato come chi è rimasto troppo piccolo per  essere visto, per essere sentito, per essere.
Tu sei.
Tu sei dentro di me, tu sei nel vento che soffia d'estate,  sei nei fiori colorati, nel mare calmo della sera... tu sei nelle mie Stanze.
Hai un posto, che è solo tuo, un posto senza tempo, come il mio dolore, come le mie lacrime, ma anche come il mio amore, i miei pensieri ...
anche tu hai il tuo orsacchiotto da abbracciare, te l'ho dato io, insieme al mio sangue, al mio ventre, e alla vita che non ho potuto darti.
Tu sei la mia foglia caduta, cullato nel mio diario come un pensiero d'amore, stellina che brilla da lontano, dolcissimo carillon senza tempo…
Per una mamma  tutti i figli sono uguali, per una mamma tutti i figli sono un canto… tra una ninna nanna e un pianto.






sabato 1 ottobre 2011

sul telelavoro e altre fantascienze

Italilandia: è un luogo più o meno geografico e molto distante (dalla realtà) dove il telelavoro ESISTE. Giuro! ne parla proprio la legge 53 del 2000, articolo 9: contributi a favore delle imprese per misure a sostegno della flessibilità e conciliazione lavoro- famiglia . si parla di telelavoro, di riduzioni orarie per chi ha figli fino agli otto anni di età. cercate l'articoletto su internet , è un file in pdf che non mi fa allegare a questo post e che si chiama: 


legge 53 del 2000, articolo 9: contributi a favore delle imprese per misure a sostegno della flessibilità e conciliazione lavoro- famiglia . incredibile, una meraviglia del progresso sociale del nostro paese. 
poi allora quando hai letto questa era futura, chiami un pochino i sindacati per informarti meglio su questi contributi che le aziende dovrebbero ricevere dallo Stato nel caso in cui facciano assunzioni part time, per esempio. e scopri che tu non c'entri. non c'entri perchè sei già assunta. cioè la ditta dovrebbe assumere un'altra persona part time e mettere te part time, o almeno cosi mi ha spiegato la gentile sindacalista. quindi chi è già assunto è fregato perchè nessuna ti darà il part time se non ha nessun tornaconto personale (salvo le ditte che invece lo fanno per risparmiare, ma che ovviamente non assumono altri). bell'incentivo alla conciliazione lavoro -famiglia. poi si chiedono come mai una nutrita percentuale di neomamme lasciano il lavoro dopo il primo figlio. lavorare otto ore tutti i giorni e non avere dove lasciare i figli, perchè gli asili a volte non te li prendono o se li prendono li tengono fino alle quattro. arrivare a casa tardissimo di corsa fare da mangiare per bimbi e poi per te e marito.. la giornata finisce li... tuo figlio non lo vedi quasi...e dopo che metti a letto il pupo ci vai pure tu a letto. e chi può permetterselo si licenzia. strano no? queste donne ingrate....