martedì 16 agosto 2011

Una mamma in corriera: Il primo giorno di lavoro dopo la maternità.



Ore 7 e 15,  dopo due anni e cinque mesi...  è una sveglia che mi tira giù dal letto, e non il mio bambino. Già, ero abituata a farmi svegliare da lui, salvo alcuni casi...  e cosi, mentre cammino per Via Ravasco verso l'ufficio, mi viene in mente che... che l'ultima volta che ho fatto quel tragitto per andare al lavoro, avevo la vita nella mia pancia...ed ero felice, felice, felice! perchè quando una donna culla un essere umano nella sua pancia, l'emozione che attraversa la sua mente è toccante , è pioggia di stelle e fiori nelle sue Stanze. Sognavo, sognavo insieme a mio marito il nostro fagiolino, e insieme toccavamo la mia pancia per salutarlo... poi quel giorno... era venerdi sei marzo e mi trovai delle macchioline rosa quando andai in bagno... poi nulla. Poi, più tardi, andammo a una cena a casa di amici, io non potevo dire ancora di essere incinta, era troppo presto e non me la sentivo.. ma cullavo il mio segreto con qualche sorriso in più che fece capire a qualche amica perspicace quello che stava succedendo dentro di me... beh in quel momento mi crollò, ci crollò il mondo addosso... stavolta in bagno trovai un'emorragia, un flusso enorme e lì pensai "ecco, è finita..." e abbracciai mio marito piangendo. 
Così di corsa all'ospedale, dritta al reparto ginecologia...nessuno capì nulla... mi dissero che avevo un aborto in corso.. che non si poteva fare nulla... e invece la dottoressa del pronto mi disse di stare a riposo assoluto e mi fece fare subito le analisi del sangue (santa donna, vorrei tanto ringraziarla..) ... avrei dovuto ripetere le analisi dopo due giorni.al sabato  tornammo al pronto soccorso perchè continuavo a sanguinare e ci fu data la stessa risposta poco rassicurante: non si poteva fare nulla... 


Mio marito quel lunedi sarebbe partito per il Belgio, con un cuore piccolo cosi... e quei giorni senza speranze furono orribili:  mi spunto' qualche capello bianco.. e la sera piangevo e mio marito mi abbracciava, non sapevamo cosa sarebbe accaduto da li a pochi giorni... non sapevamo se il nostro fagiolino sarebbe sopravvissuto ... o se era già morto. Io mi dicevo che era morto perchè la speranza in quel momento faceva troppo male... non l'avevamo detto a nessuno dei nostri genitori, ma alla fine fummo costretti perchè io non potevo restare da sola, non dovevo muovermi dal letto e cosi mi trasferii da mia suocera.
Al lunedi sentii subito il mio ginecologo, mi precipitai da lui e .. morale della favola: Francesco era bello vivo e vegeto e il cuoricino batteva (lacrime mie e quasi anche del ginecologo..) mamma ferma a letto o divano e tanto bel progesterone. altro che non si poteva fare nulla!!! le perdite comunque continuavano e quindi avevo un'ansia tremenda, soprattutto perchè mio marito non c'era e io, ospite da mia suocera, cercavo di trattenere la mia paura, ma ogni volta che cambiavo un assorbente mi sentivo morire. 

Dopo una ventina di giorni il ginecologo scoprì che nella mia pancia c'erano due bambini, ma uno era morto. ecco, quel sangue probabilmente era il suo, era del gemello di Francesco. Ancora oggi guardo quel sacco amniotico con quel piccolo embrione , e penso che anche quello è mio figlio, e non posso dimenticarlo. La vita va avanti, e Franci ce l'ha fatta. E' una peste e ha una vitalità addosso che solo chi ha lottato tanto per sopravvivere puo' avere.  Ed eccomi qui, stamattina, a riprendere quel punto e a capo. E stavolta si comincia in tre. 


Il resto ve lo racconterò la prossima volta. 
A presto, 
Viviana

Nessun commento:

Posta un commento